| Ivan Lendl (nato a Ostrava, ex Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca, il 7 marzo 1960) è stato un campione di tennis poi naturalizzato statunitense la cui carriera ha avuto pochi eguali.
Campione di classe cristallina, dotato di una precisione millimetrica nell'affondare i suoi colpi, aveva nel gioco a rete il proprio tallone d'Achille, di fatto l'unico punto debole sufficiente però ad impedirgli di vincere - in carriera - il torneo di tennis più prestigioso, quello inglese di Wimbledon.
Lendl si è ritirato dalle competizioni alla fine del 1994, all'età di trentaquattro anni.
Nel suo palmarés si contano ben novantaquattro tornei di singolare vinti (più sei di doppio), che lo collocano in seconda posizione nella classifica dei tornei vinti (dietro Jimmy Connors a quota 109). I suoi numeri restano tuttavia impressionanti, con 1070 partite vinte e 238 perse.
Lasciata l'attività agonistica, Lendl si è da allora dedicato al suo secondo sport preferito, ovvero il golf, sport nel quale si è dimostrato ugualmente molto abile. La sua meticolosità ed il suo senso del perfezionismo gli hanno consentito di riscuotere soddisfazioni anche in questa disciplina.
Biografia Approdato al tennis ancora in giovane età, in un'epoca nella quale i migliori campioni erano i vari Bjorn Borg, Jimmy Connors e Guillermo Vilas, Lendl dimostrò da subito di essere un talento naturale, abile soprattutto nel gioco da fondocampo. In questa tattica di gioco si dimostrò difficilmente superabile. Il suo diritto ed il suo rovescio incrociato erano colpi destinati ad andare quasi sempre a segno e a lasciare poche chance di difesa agli avversari.
Il suo primo, importante traguardo lo ottenne nel 1981 quando raggiunse a soli ventuno anni la finale del torneo Roland Garros, il più importante su terra rossa. Fu sconfitto da Bjorn Borg, già cinque volte vincitore sul court parigino, al termine di un incontro tiratissimo (6-1 4-6 6-2 3-6 6-1), ma quella finale gli consentì di entrare nel club dei big del tennis.
Da Parigi ebbe inizio la sua prodigiosa carriera, che lo porterà a vincere ben otto prove del Grande Slam. Fra queste, degna di menzione è la finale - sempre al Torneo del Roland Garros - del 1984, nella quale il tennista cecoslovaccosi trova ad incontrare The Genius John McEnroe. Sotto di due set, Lendl riesce però in una vera e propria impresa, rimontando ed aggiudicandosì il suo primo torneo dello Slam (3-6 2-6 6-4 7-5 7-5). Al termine dell'incontro, McEnroe, letteralmente infuriato, lascia il palco della premiazione senza profferire alcun commento e ricevendo così gli assordanti fischi del pubblico.
Lendl vincerà il torneo parigino altre due volte, nel 1986, battendo in finale Mikael Pernfors (6-3 6-2 6-4), e nel 1987, sconfiggendo Mats Wilander (7-5 6-2 3-6 7-6). Lo stesso Wilander aveva tuttavia battuto Lendl nella finale del 1985 per 3-6 6-4 6-2 6-2.
I successi nel Grande Slam Negli altri tornei del Grande Slam Ivan ottenne sempre ottimi risultati. Nel 1989 e nel 1990 si aggiudicò gli Australian Open, battendo la prima volta il connazionale Miroslav Mecir (6-2 6-2 6-2 il punteggio) e la seconda volta Stefan Edberg. In quella finale Lendl, sul punteggio di 4-6 7-6 5-2 a favore, vinse grazie al ritiro per problemi fisici dello svedese. Nel 1991 invece Lendl perderà gli Australian Open sconfitto da Boris Becker, suo grande rivale (1-6 6-4 6-4 6-4 i numeri di quella partita).
Nel palmarés di Lendl vanno conteggiati anche tre titoli all'US Open: nel 1985, nel 1986 e nel 1987 sconfisse in successione John McEnroe (7-6 6-3 6-4), Miroslav Mecir (6-4 6-2 6-0) e Mats Wilander (6-7 6-0 7-6 6-4). Lendl raggiunse la finale del prestigioso torneo in altre cinque edizioni, senza però riuscire ad aggiudicarsi il trofeo: nel 1982, 1983, 1984, 1988 e 1989 perse rispettivamente da Jimmy Connors (6-3 6-2 4-6 6-4), ancora Connors (6-3 6-7 7-5 6-0), John McEnroe (6-3 6-4 6-1), Mats Wilander (6-4 4-6 6-3 5-7 6-4) e Boris Becker (7-6 1-6 6-3 7-6).
Rimasto per ben cinque anni al posto numero 1 della classifica mondiale (scalzato nel 1988 da Wilander) Lendl non è mai riuscito ad imporsi nel torneo che forse più di tutti avrebbe desiderato vincere, ovvero il torneo di Wimbledon. Sull'erba inglese, il suo gioco da fondocampo non ha mai fruttato grosse soddisfazioni; nonostante ciò, raggiunse la finale nel 1986 e nel 1987, in entrambi i casi uscendo però malamente dall'incontro ad opera rispettivamente di Becker (6-4 6-3 7-5) e di Pat Cash (7-6 6-2 7-5).
Fonte: Wikipedia.
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