Sarajev |
|
| La teoria più classica è che la progressione 15, 30, 40, game, dipenda dal fatto che per segnare i punti si utilizzava come tabellone un orologio: in principio si parlava di 45 punti, poi ridotti a 40 per ragioni di praticità fonetica. Come spiega Gianni Clerici nel suo 500 Anni di Tennis, nel trattato di Antonio Scaino, risalente a cinque secoli fa, si parla di "cacce" e quando uno dei giocatori arrivava a 45 si diceva che era "a una", cioè che gli mancava una "caccia" per aggiudicarsi il gioco. Gli mancavano due cacce quando si trovava "a due" e probabilmente da qui è derivato l'inglese deuce, vantaggio pari, quando servono appunto due punti per vincere il game. La diversa attribuzione dei "quindici" conduceva a "tre sorti di vittoria, la semplice, la doppia e la rabbiosa". Nella "semplice", il vincitore doveva prevalere con almeno due di vantaggio. Nella "doppia", il vincitore segnava quattro punti a zero e acquisiva due gradi di vittoria. Nella "rabbiosa" chi, in svantaggio di tre "quindici", ne realizzava cinque di fila, guadagnava tre gradi di vittoria.
|
| |